Psicologia e Psicoterapia

” Lo psicoanalista, come l’archeologo nei suoi scavi, deve scoprire uno dopo l’altro i vari strati della psiche del paziente, prima di arrivare ai più profondi e preziosi tesori”. Freud

Valutazioni psicodiagnostiche;

Consulenze e Sostegno psicologico;

Psicoterapia individuale, di coppia, familiare, gruppale;

Prevenzione;

Consulenze tecniche di parte;

AREE DI INTERVENTO:

Difficoltà legate alle fasi della crescita e dello sviluppo personale;
Elaborazione di traumi, lutti, separazioni;
Problemi di autostima, assertività, comunicazione efficace;
Gestione di conflitti personali e interpersonali;
Disagio sociale e lavorativo;
Problematiche relazionali e affettive;
Conflitti familiari e di coppia;
Disturbi d’ansia;
Disturbi dell’umore;
Disturbi di personalità;
Disturbi dell’alimentazione;
Disturbi del sonno;
Dipendenze;

Disturbi psicosomatici;
Difficoltà legate alla sfera sessuale;
Difficoltà nelle relazioni interpersonali;
Supporto nei percorsi di malattia;
Sostegno alla maternità e alla paternità e Sostegno alla genitorialità;
Sofferenza psicologica e relazionale nei preadolescenti e adolescenti;
Momenti della vita in cui si avverte un disagio che interferisce con il benessere psicofisico;


Il Centro Aurea organizza:
Gruppi Terapeutici per Adolescenti.

Relazioni, scambi, confronti; è molto importante il feedback reciproco durante il dialogo, per costruire una cornice di senso condivisa.
La potenza del gruppo servirà a nutrire la consapevolezza personale all’interno di un contesto relazionale.

Il lavoro nei gruppi terapeutici:
📍 Favorisce la crescita individuale
📍 Apre a nuovi orizzonti e punti di vista
📍 Fornisce supporto nei momenti di difficoltà
📍 Aumenta le competenze emotive e relazionali.

I gruppi saranno condotti dalla nostra
Dott.ssa Francesca Cherubini – Psicologa Psicodiagnosta e Psicoterapeuta.

Per info: 393.9948886
centroaureasegreteria@gmail.com

La depressione postnatale compromette il benessere non solo della donna ma anche la salute del figlio e la relazione con il partner.

Questo disturbo ha ripercussioni importanti nella funzione materna e nello sviluppo di una adeguata relazione madre – bambino e si presenta, infatti, come un fattore di rischio per lo sviluppo infantile.

Molte ricerche evidenziano come la depressione postnatale abbia degli effetti a lungo termine sul bambino che comprendono disturbi nell’attaccamento, disturbi cognitivi e sociali e disturbi nello sviluppo. La depressione postnatale ha inoltre un elevato rischio di ricadute e di comorbilità con altre patologie. Questo disturbo compromette anche la relazione di coppia. I partner di donne con depressione postnatale hanno inoltre maggiori possibilità di sviluppare un disturbo dell’umore.

Prevenzione
Un approccio preventivo di educazione pre e postnatale è di fondamentale importanza e permette l’individuazione già nel pre-parto delle donne maggiormente vulnerabili. Per ridurre il rischio depressivo sarebbe, infatti, utile mettere in atto degli interventi prima della comparsa del disturbo. Questo tipo di prevenzione primaria può essere fornita anche grazie a degli accoglienti percorsi di accompagnamento alla nascita che permettano alle future madri di trovare spazio per esprimere bisogni, condividere emozioni, informazioni e strategie. La rete sociale e il supporto reciproco diventano fondamentali soprattutto nel periodo successivo al parto. La vicinanza, il sostegno e la condivisione sono fattori importantissimi per accompagnare e sostenere la nascita psicologia della madre.

Oltre ad intervenire sui fattori di rischio, diminuendo soprattutto l’isolamento sociale, esiste la necessità di diagnosticare tempestivamente la depressione post partum per poter intervenire in modo adeguato e ridurre le conseguenze a lungo termine per la donna e per il bambino. E’ fondamentale che la madre mantenga i contatti con amici e familiari imparando a chiedere aiuto, rafforzando il rapporto con il partner, cercando di comunicare ed esprimere le proprie emozioni e le proprie necessità.

La genitorialità rappresenta una funzione molto complessa che incorpora in sé, sia aspetti individuali relativi quindi alla nostra idea (in parte conscia e in parte inconscia) di come un genitore deve essere e, sia aspetti di coppia ossia della modalità relazionale che i partner condividono nell’assolvere questo specifico compito. Questa complessità spiega come non sia possibile confinare la genitorialità solo nell’evento biologico della nascita ma come, invece, essa produca significativi cambiamenti individuali e relazionali che, saranno presenti ed in continua evoluzione lungo tutto il resto del ciclo vitale degli individui coinvolti. Non si può essere genitori sempre allo stesso modo perché sarà necessario assolvere impegni differenti e adottare modalità comunicative e interattive diverse secondo l’età dei figli. Tutto ciò implica, quindi, la capacità dinamica di “rivisitare” continuamente il proprio stile educativo, affrontando in modo funzionale i cambiamenti che la vita può portare. E’ facilmente comprensibile come la transizione alla genitorialità costituisca una fase normativa (ossia attesa) nel ciclo vitale degli individui e, come l’ingresso di un nuovo membro modifichi ampiamente le relazioni nell’ambito della famiglia nucleare e allargata comportando, quindi, l’inizio di una nuova storia generazionale. 

Quali sono gli interventi di sostegno e promozione alla genitorialità?
Il sostegno alla genitorialità rappresenta un importante fattore protettivo sia per la crescita “sana” dei figli, sia per garantire il proseguo del ruolo parentale. Gli interventi alla genitorialità hanno lo scopo preventivo di andare ad accentuare il patrimonio di risorse che la famiglia possiede, ma che spesso non utilizza o pensa di non avere. Mentre nel caso in cui ci fosse il bisogno di una Psicoterapia Familiare, questa ha lo scopo di ristrutturare profondamente l’organizzazione interna della famiglia, facendo emergere i vissuti inconsci. Una famiglia che “non funziona” è quella che ha stereotipato il suo modo di interagire, che non riesce a cambiare in vista delle nuove esigenze dei suoi membri. Il ruolo del terapeuta diventa quello di aiutare la famiglia nel suo processo evolutivo e trasformativo; il tutto sempre e comunque tenendo in primo piano le esigenze e i diritti del minore.